Vignola e Torrechiara
- 17 – 18 Novembre 2018
Durante i week-end autunnali, considerando il poco tempo a disposizione, ne approfittiamo per visitare meglio la nostra regione (l’Emilia Romagna) e questo week end scegliamo come meta in camper due castelli, uno a Modena e uno Parma: Vignola e Torrechiara.
I Castelli di Modena e Parma in camper
La Rocca di Vignola
Arriviamo nel primo pomeriggio a Vignola, cittadina della provincia di Modena sulle rive del Panaro, famosa non solo per le sue ciliegie, ma anche per la sua bellissima Rocca.
Ci fermiamo, anche per la notte, nel Parcheggio gratuito di via Zenzano, proprio di fronte alla Rocca e sulle sponde del fiume Panaro.

La Rocca di Vignola è aperta dal martedì alla domenica, sia mattina che pomeriggio e l’ingresso è gratuito (consultare il sito per eventuali modifiche).
Cenni storici sulla Rocca di Vignola
Non si conosce con esattezza la data di costruzione della Rocca ma, da fonti storiche, si presume verso la fine della dinastia carolingia. Per contrastare l’avanzata degli Ungari, in diversi centri abitati si costruirono torri e fortezze come forma di difesa.
Documenti storici testimoniano l’esistenza della Rocca dal 1178 e fino al 1400 circa, ebbe solo funzioni difensive e militari.

Nel 1401, la nobile famiglia del Contrari, trasformò la Rocca fortezza in una lussuosa dimora ricca di decorazioni e affreschi, assumendo così il ruolo di Castello.
La Cappella di Uguccione Contrari è la parte della Rocca dove sono meglio conservati questi meravigliosi affreschi.
Poco dopo la loro realizzazione, però, la Cappella venne chiusa e mai più utilizzata in quanto la Chiesa cattolica considerò eretici tali affreschi.
Infatti, osservando le immagini degli affreschi, si possono vedere Adamo ed Eva raffigurati vecchi e nudi, la Vergine Maria vecchia con la pelle nera e Gesù raffigurato solo con la parte inferiore del corpo.
Quando dopo cinquecento anni, agli inizi del 1900 venne riaperta, gli affreschi erano completamente intatti con ancora i loro vivaci colori: una vera meraviglia!

Con la fine della dinastia dei Contrari, nel 1577 la dinastia dei Boncompagni-Ludovisi, acquistò il Castello che rimase di loro proprietà fino all’ Ottocento. Divenne poi sede delle Istituzioni della città: prima Municipio, poi Biblioteca e Cassa di Risparmio.
Infine, nel 1998, la Fondazione di Vignola divenne proprietaria della Rocca.
Visitare la Rocca di Vignola
La Rocca è sviluppata su cinque piani. Nei sotterranei si trovano due splendide sale oggi utilizzate per convegni e concerti. Al piano terra si trovano le sale di rappresentanza dei Leoni, Leopardi, Colombe e degli Anelli. Al primo le stanze nobili, lo Studio e la meravigliosa Cappella. Al secondo vari locali utilizzati dal personale di servizio. L’ultimo invece è occupato dai camminamenti di ronda che collegano tra loro le tre torri.


La visita guidata, della durata circa 1 ora, è stata molto interessante e coinvolgente. Prima di lasciare la Rocca, ci siamo soffermati nel negozio di souvenir della Fondazione. Qui sono disponibili diversi libri sulla storia del Castello, con letture destinata anche a bambini e ragazzi.
Dopo una notte tranquilla e un ottimo risveglio allietato da un suggestivo panorama con il fiume alle spalle e la Rocca imponente di fronte, iniziamo la giornata con una buona colazione. Lasciamo Vignola per raggiungere un altro maestoso castello medioevale che, tra le sue mura, racchiude un’antica storia d’amore.
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Il Castello di Torrechiara
Torrechiara è una cittadina della provincia di Parma che, in epoca medioevale, era nota come “Torcularia” e “Torclaria”. Questo nome deriva dall’antica presenza di numerosi torchi utilizzati per la spremitura dell’olio prodotto dagli uliveti che, all’epoca, erano presenti sulle colline circostanti.
Il borgo di “Torcularia” risale circa al 1028, mentre del Castello originario si hanno notizie solo a partire dalla seconda metà del 1200 quando abbattuto, sulle sue rovine, la famiglia Scorza costruì una “casaforte”, in seguito poi distrutta anch’essa.

Arriviamo a Torrecchiara e parcheggiamo comodamente direttamente sotto alle mure del Castello.
Cenni storici sul Castello di Torrechiara
L’attuale e maestoso Castello di Torrecchiara, sorge sulle colline vicino a Langhirano. Sulle rovine della “casaforte”, tra il 1448 e il 1460, Pier Maria II Rossi, un aristocratico che possedeva altre numerose rocche nei dintorni di Parma (non a caso era chiamato “signore di cento castelli”), fece costruire l’attuale Castello.
La duchessa Bianca Pellegrini e Pier Maria Rossi si conobbero quando nel 1440, l’aristocratico fu convocato alla corte di Franscesco Sforza. Si innamorarono e, nonostante fossero entrambi sposati, iniziarono la loro storia d’amore.
Pier Maria Rossi fece edificare il Castello di Torrechiara, sia come fortificazione a difesa dei territori di Parma, sia come dimora per incontrarsi con la sua amata Bianca.
Il Castello si ergeva sulla collina e aveva un aspetto imponente, circondato da tre cerchia di mura, due fossati (uno a protezione del borgo e uno del castello) e da torri quadrangolari, a dimostrazione della sua funzione difensiva.
La prima cerchia di mura circondava la collina, la seconda il borgo e la terza il castello vero e proprio. Per superare ogni cerchia di mura si passava attraverso un ponte levatoio, di cui è possibile intuirne la presenza dalle scanalature sul muro.
I fossati sono sempre stati asciutti proprio per volere di Pier Maria Rossi. Egli sosteneva che i soldati che tentavano la scalata, potevano nascondersi nell’acqua e non essere visti.
La Camera d’Oro del Castello
Ma Pier Maria Rossi voleva anche immortalare in quel castello, l’amore per la sua Bianca. La prova ne è sicuramente la Camera d’Oro, la loro stanza privata. E’ chiamata così per le meravigliose formelle delle pareti decorate con foglie d’oro, due cuori intrecciati e con gli stemmi delle rispettive casate che riportano le parole “Nunc et Semper” (ora e per sempre).

Purtroppo la decorazione a foglie d’oro che ricopriva le formelle in cotto, non è oggi più presente perchè all’inizio del XX secolo il proprietario Pietro Cacciaguerra, asportò l’oro e disperse tutti gli arredi originali del Castello.

Ma, oltre a questo, Pier Maria Rossi affidò ad un’artista eccellente del tempo, Benedetto Bembo, il compito di rappresentare tramite la pittura, la loro storia d’amore.

La fine del dominio di Pier Maria
Nel 1464 Pier Maria assegnò il Castello a suo figlio Ottaviano ma egli morì prima del conte. Così i beni a lui destinati, furono assegnati all’erede principale Guido. Pier Maria Rossi viveva nella sua dimora con la moglie Antonia Torelli, da cui ebbe dieci figli e non sposò mai Bianca, nemmeno dopo che la moglie morì di peste.
Pier Maria morì nel 1482 durante la guerra dei Rossi e dopo pochi mesi però le truppe milanesi lo assediarono. Come da sua volontà, lo seppelirono a Torrechiara, insieme alle spoglie di Bianca, probabilmente nella Cappella di S.Nicomede (torre nord-est) come testimoniano la presenza di due lapidi.
Nei secoli successivi, venne aperta la tomba dei due amanti ma risultò vuota, così sorse la leggenda che, nelle notti di luna piena, Bianca si aggiri per il castello, mentre il fantasma di Pier Maria risalga la strada per Torrechiara recitando le parole “Nunc et Semper” alla ricerca della sua amata.

Visitare il Castello di Torrechiara
L’ingresso al Castello è a pagamento, consultare il sito per tariffe e orari di visita. E’ possibile anche prenotare visite di gruppo.
L’interno del Castello è ricchissimo di sale affrescate con temi naturalistici e fantastici: i nomi delle sale richiamano il tema principale dell’affresco. La camera più importante è la Camera d’Oro.
Al pian terreno si trovano l’Oratorio di San Nicomede che occupa lo spazio dell’omonima torre e la cui volta fu affrescata da Cesare Baglione con immagini di cielo con nubi chiare e uccelli, diverse sale sempre affrescate da Baglione e la cucina, dove sono ancora visibili l’acquaio, un grande focolare ed uno scaldavivande.
Al primo piano, quello nobile, si trovano tre sale che collegano la torre della Camera d’Oro con quella di San Nicomede, la Sala dei Giocolieri, tutte affrescate da Baglione e la famosa Camera d’Oro affrescata da Benedetto Bembo, dui cui ho già parlato.



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