27 – 28 Dicembre 2019
Durante il nostro viaggio verso la Capitale, ci fermiamo un paio di giorni nei dintorni di Roma.
Tivoli e Villa d’Este

La prima tappa è Tivoli con le sue meravigliose ville. Noi abbiamo optato per visitare Villa d’Este, ma di notevole interesse sono anche Villa Adriana e Villa Gregoriana.
Ci fermiamo, anche per la notte, nel Parcheggio Impastato in Via Acquaregna. E’ un parcheggio gratuito, dotato anche di scarico acque, a 10 minuti a piedi dalla Villa d’Este.

Cenni storici Villa d’Este
Villa d’Este fu costruita per volere di Ippolito II d’Este, cardinale di Ferrara che all’età di 10 anni era già arcivescovo di Milano. A 30 anni divenne cardinale ed in seguito governatore di Tivoli. Ippolito era un uomo abituato alla ricchezza e al lusso e non poteva, di certo, adattarsi a vivere in un palazzo di governo che, tra l’altro, era stato ricavato da un ex monastero.
Pensò, quindi, di costruire una grandiosa villa dove poter anche ricevere personaggi illustri del tempo. Scelse, per far questo, una vallata che scendeva tra vigne e uliveti e che gli pareva fosse una “Valle Gaudente” (cioè felice). Così attorno al 1560 iniziarono i lavori di Villa d’Este che terminarono rapidamente e che videro all’opera il grande architetto Pirro Logorio, oltre a vari artisti e artigiani.
Quando, nel 1572, Ippolito d’Este morì, gli successe Alessandro d’Este che arricchì la villa con nuove fontane con il prestigioso apporto di Gian Luigi Bernini. In seguito, passò agli Asburgo fino al 1918 quando, dopo la fine della prima guerra mondiale, passò allo Stato Italiano che iniziò diversi restauri.

Ambienti di Villa d’Este
Oggi l’ingresso della Villa non è più sulla Via Tiburtina, ma si trova a lato dell’edificio principale della villa stessa e confina con la chiesa di Santa Maria Maggiore.
Dall’ingresso si accede al cortile e da qui, con due rampe di scale, si accede all’appartamento superiore che era l’alloggio personale di Ippolito d’Este. Le sale sono meravigliosamente affrescate.

Dal cortile, mediante due rampe di una larga scalinata, si scende al piano inferiore dove anche qui, si possono ammirare affreschi stupendi.
Ma la vera peculiarità di questa Villa è, senz’altro, il parco arricchito di bellissime fontane e diversi giochi d’acqua, un giardino tutta all’italiana. Ovviamente la stagione migliore per visitare i giardini, è primavera/estate ma anche in inverno ha tutto il suo fascino.







Ariccia
Lasciamo Tivoli e attraversando il Parco dei Colli Romani, arriviamo ad Aricca, famosa per la sua buonissima porchetta, fermandoci nel Parcheggio Bernini in Via del Pometo.
Cenni storici di Ariccia
Le origini di Ariccia sono incerte, ma le antiche mura di fortificazione in blocchi di peperino, testimoniano che sicuramente è antecedente alla nascita di Roma. Una delle particolarità di Ariccia è il ponte monumentale, sotto il quale, tra l’altro, è presente un comodissimo parcheggio gratuito (anche per i camper, con sosta notta consentita).
Nel 1854, per volere di Papa Pio IX, venne modificato il percorso della via Appia, grazie alla costruzione di questo ponte a tre ordini di archi, che attraversava il fitto bosco (l’attuale Parco Chigi) congiungendola con la Collina di Galloro. A seguito di un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale che lo distrusse, venne poi ricostruito nel 1947.

Anche ad Ariccia ha lasciato il segno Gian Luigi Bernini, riprogettando l’intero borgo, la viabilità, la piazza principale (Piazza di Corte), la Chiesa di Santa Maria Assunta (risalente al 1665) e il palazzo nobiliare (Palazzo Chigi).
Ma è grazie alla ricchezza della famiglia Chigi, se il Bernini ha potuto lasciare il suo segno ad Ariccia: quando, infatti, la famiglia Savelli cominciò a versare in cattive condizioni economiche, vendettero il territorio di Ariccia ai nipoti di papa Alessandro VII, tra cui Mario Chigi. Questa ricchissimma famiglia trasferì tutto il suo splendore culturale da Roma ad Ariccia che iniziò così un lungo periodo prospero.


Le fraschetterie di Ariccia
Ariccia è famosa anche per le tipiche Fraschetterie (che sono limitate alla zona dei Castelli Romani). Le fraschetterie hanno origine antichissime. Sono note fin dall’epoca medioevale, quando i contadini delle campagne romane avevano necessità di trovare locali adatti per vendere il loro vino. Questi locali si ricavano dalle cantine umide, dove si disponevano le botti e i torchi necessari alla vinificazione.
Nacque, così, l’usanza per i viticoltori del tempo, di mettere una frasca sopra l’ingresso del locale in modo da indicare che il vino nuovo era pronto da bere. Le fraschetterie erano arredate in modo molto semplici: le botti, che erano disposte sul lato del locale, le panche e le tavole di legno per i clienti che volevano consumare il vino. Non erano provviste di cucina in quanto veniva offerto, insieme al vino, solo del pane.
Ovviamente, con il trascorrere degli anni, le fraschetterie subirono dei cambiamenti: furono allestite con banchi di vendita di generi alimentari (tra cui la famosa porchetta) e oggi sono dotate anche di una cucina e quindi è possibile consumare un pasto completo con prodotti rigorosamente tipici.
Ovviamente non potevamo non cenare in una tipica Fraschetteria! Ce ne sono diverse e tutte hanno delle ottime recensioni, quindi non c’è che l’imbarazzo della scelta. Tra le più famose, in questo periodo, c’è “La Fraschetta de Sora Ines” che ha partecipato al programma “4 Ristoranti” di Alessandro Borghese. Noi personalmente, abbiamo cenato nella “Fraschetta Osteria Mastro Titta” e devo dire che tutti i piatti che abbiamo assaggiato (antipasto tipico, primi e secondi) sono veramente ottimi!

Castel Gandolfo

Castel Gandolfo si trova sulle pendici del Lago Albano, il lago vulcanico più profondo d’Italia (170 metri). E’ inserito nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia e, tra i Castelli Romani, è una delle più famose cittadine per la presenza della residenza estiva dei Papi.


Nella Piazza, di fronte al Palazzo Pontificio (residenza estiva dei Papi), si trova la Chiesa di San Tommaso di Villanova e la fontana, entrambe progettate dal Bernini. Il borgo si sviluppa lungo la strada principale con negozi di souvenir e ristoranti.

Abbiamo parcheggiato nell’Area Camper gratuita in Via Fontana Vecchia (dotata anche di scarico acque, mentre il carico non è più funzionante) e in 15 minuti a piedi siamo arrivati in centro. Abbiamo visitato il Palazzo Pontificio, solo il palazzo e non i Giardini Barberini che, in primavera/estate, sono sicuramente una meraviglia da non perdere.

Tra il 1624 e il 1626, su quello che era il Castello della famiglia Savelli, venne costruito il Palazzo Pontificio; ai lavori partecipò anche Gian Luigi Bernini. Venne abbandonato nel 1870, con la caduta dello Stato Pontificio e tornò ad essere la residenza estiva dei Papi nel 1929 con i Patti Lateranensi. A ottobre 2016 Papa Francesco ha dismesso il Palazzo dalle vesti di residenza estiva papale che è diventato ufficialmente un museo.

Nella prima parte della visita è possibile ripercorrere oltre 500 anni di storia dei Papi, tramite una dettagliata audioguida. E’ possibile, poi, visitare le stanze di rappresentanza e anche le stanze private della Residenza. Per quanto riguarda invece i Giardini Barberini, che noi abbiamo saltato, è possibile visitarli, oltre che a piedi, anche con Tour su mezzo ecologico.

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