- 15 – 18 Aprile 2022
Quest’anno, durante il lungo week-end pasquale, abbiamo deciso di tornare nella bellissima Val d’Orcia tra borghi e terme, in alcuni luoghi a noi già noti, in altri ancora sconosciuti.
La prima tappa del nostro itinerario è nel comune di Chiusdino, a circa cinquanta chilometri da Siena, più precisamente a San Galgano. Sostiamo nell’area camper che si trova di fronte all’Abbazia. In realtà si tratta di un ampio parcheggio gratuito senza servizi, le colonnine della luce e il carico e scarico, infatti, non sono funzionanti.
Eremo di Montesiepi
A pochi passi dal parcheggio, erge maestosa l’Abbazia di San Galgano e sul colle di fronte, raggiungibile a piedi in cinque minuti, l’Eremo o la Rotonda di Montesiepi, famoso per la spada nella roccia.
In cima a questa collina è vissuto fino al 1181, anno della sua morte, San Galgano Guidotti. Il santo, originario di Chiusdino, divenne eremita abbandonando la vita da cavaliere e piantò la sua spada in una roccia, come segno di rinuncia a tutti i beni terreni da lui posseduti.
Dopo la sua morte, in questo luogo fu costruita una piccola chiesa in suo onore, la Rotonda o Eremo di Montesiepi consacrata nel 1185.
La sua spada ancora oggi si può ammirare all’interno della cappella. Putroppo in passato numerosi turisti hanno tentato di estrarla dalla roccia danneggiandola irrimediabilmente. Così oggi si trova sotto una cupola protettiva e non può essere toccata.
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Abbazia di San Galgano
L’abbazia di San Galgano, costruita agli inizi del Duecento dai monaci cistercensi, nel XIII secolo divenne uno dei centri più potenti del centro Italia. Nel secolo successivo, però, iniziò un lungo periodo di decadenza a causa della carestia del 1329 e della peste del 1348.
Dopo diversi saccheggi, i monaci la abbandonarono definitivamente e si traferirono nella vicina Siena.
La particolarità di questa abbazia è che, oltre a non avere un pavimento, non ha nemmeno il tetto. Il motivo è da ricercare nel 1503 quando l’abbazia venne affidata agli abati commendatari che per sanare i loro debiti decisero di vendere il tetto in piombo. Successivamente poi, nel 1786, quando la chiesa era in completo stato di abbandono, un fulmine colpì il campanile che causò il crollo di ciò che era rimasto del tetto. Questa particolarità la rende ancora più suggestiva perchè dal suo interno, alzando gli occhi, si può ammirare il cielo.
E’ veramente un luogo magico e unico, soprattutto verso sera quando i parcheggi si svuotano e rimaniamo solo in pochi camperisti a goderci un tramonto spettacolare, immersi nel silenzio più assoluto e con uno splendido panorama sulle colline toscane puntellate dai cipressi.
Informazioni per la visita:
Abbazia di San Galgano: aperta tutti i giorni senza prenotazione. Orari: da NOVEMBRE a MARZO dalle ore 09:00 alle 17:30; APRILE, MAGGIO e OTTOBRE dalle ore 9:00 alle 18:00; GIUGNO e SETTEMBRE dalle ore 09:00 alle 19:00; LUGLIO e AGOSTO dalle ore 09:00 alle 20:00. Ingresso a pagamento: visita il sito per i prezzi. Eremo di Montesiepi: aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 fino al tramonto. Ingresso gratuito.
Monte Amiata
Il mattino seguente in un’oretta e mezza raggiungiamo il Monte Amiata dove troviamo ancora la neve. Di origine vulcanica, si sviluppa nell’appennino toscano tra la Val d’Orcia, la Maremma, la vallata del lago di Bolsena e il Chianti. La sua vetta raggiunge i 1738 metri di altitudine.
Ci fermiamo nel parcheggio a pagamento di fronte al Rifugio Vetta e con una breve camminata in mezzo al bosco, arriviamo alla Croce del Monte Amiata da dove si riesce ad ammirare uno splendido panorama su tutta la vallata fino al Lago di Bolsena.
La Croce, in ferro battuto, è alta 22 metri e fu costruita tra il 1900 e il 1910 in seguito alle indicazioni di papa Leone XIII che, per festeggiare l’Anno Santo fece innalzare, in varie montagne dell’Italia, venti monumenti che celebrassero la Redenzione. Quella del Monte Amiata era la nona in ordine di tempo.
Durante la seconda guerra mondiale, la croce venne abbattuta a seguito dei bombardamenti dei tedeschi. Al termine della guerra, fu ricostruita e nel 1946 nuovamente inaugurata.
Pranziamo nel Rifugio Vetta con piatti tipici montani e nel pomeriggio raggiungiamo il Parcheggio La Marsigliana, di fronte all’omonimo Rifugio. La strada che separa i due rifugi è caratterizzata dalla presenza di diverse baite montane distribuite in mezzo al bosco che costeggia la strada.
Ci fermiamo per un paio d’ore rilassandoci nel bosco, ancora in veste autunnale, di fronte al parcheggio poi ripartiamo verso i Bagni di San Filippo, che distano solo una ventina di chilometri.
Bagni di San Filippo
Riuscire a fermarsi ai Bagni di San Filippo in camper, non è per niente facile. Percorrendo la Strada Provinciale 61, quando si arriva in prossimità della struttura ricettiva “Villa Terrena”, è possibile fermarsi nel piccolo spiazzo di fronte lungo la strada, ma solitamente è occupato dalle auto. L’ingresso al paese, via Fosso Bianco, è a senso unico e l’ingresso in teoria sarebbe vietato ai camper. Dico in teoria, perchè in realtà tutti i parcheggi presenti lungo la strada, erano occupati da camper e van.
Noi abbiamo preferito non rischiare e abbiamo imboccato invece la via di fronte (Via del Bollore) che indica anche la “Grotta di San Filippo”. Dopo circa una chilometro siamo riusciti a trovare, lungo la strada, un posto tranquillo dove fermarci anche per la notte.
In alternativa proseguendo lungo la Strada Pronviciale 61, dopo il paese, è presente un altro spazio più ampio, sulla strada, distante un paio di chilometri dalla famosa Balena Bianca.
Ad ogni modo, a differenza di Saturnia, qui non è presente nessuna struttura adatta ai camperisti (parcheggi, aree camper, camper service, servizi igienici e docce). Quindi è bene arrivare con carico di acqua e acque grigie già scaricate.
Le terme libere di Bagni di San Filippo
Bagni di San Filippo è una piccola località termale del comune di Castiglione d’Orcia dove sgorgano acque sulfuree che, una volta giunte in superficie, formano depositi calcarei bianchissimi. I turisti possono usufruire gratuitamente delle terme libere che si trovano nel bosco sotto al borgo, raggiungibile tramite un sentiero segnalato.
L’acqua calda delle sorgenti termali si incontra con quella fredda del fiume creando un contrasto di termparatura che sicuramente in estate è molto piacevole (in inverno, un po’ meno).
Le prime piscine che si incontrano lungo questo sentiero sono poco profonde e di conseguenza l’acqua è tiepidina. Continuando a camminare, si raggiungono le altre piscine che formano il Fosso Bianco, proprio accanto al centro termale a pagamento (oggi chiuso definitivamente). Qui sono presenti diverse piscine medio-piccole dove sgorgano acque sulfuree che, una volta giunte in superficie, formano incredibili depositi calcarei bianchi. Tra questi, il più famoso è sicuramente la Balena Bianca, un’enorme ammasso di calcare bianco che, per la sua grandezza, ricorda una balena.
Bagno Vignoni
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Bagno Vignoni nel parcheggio libero e senza servizi, segnalato lungo la Str. di Bagno Vignoni. Attenzione perchè l’ingresso al paese è vietato ai camper. In questo periodo pasquale, il parcheggio è molto affollato e riusciamo a trovare un posto a fatica. Verso sera però si liberano molti spazi.
Dal parcheggio si raggiunge comodamente il borgo con una bella passeggiata nel sentiero pedonale immerso nel verde della vegetazione circostante.
Ciò che rende unica Bagno Vignoni è la vasca rettangolare di acqua termale calda che si trova nella piazza centrale. Lunga 49 metri e larga 29, questa piazza rinascimentale è stata costruita proprio sopra la fonte originale di acqua termale che i Romani stessi utilizzavano.
Le acque che fuoriescono dalla vasca termale, si dirigono verso una rupe calcarea e precipitano nel Parco naturale dei Mulini dove si trovano quattro mulini medievali scavati nella roccia che sono liberamente visitabili tramite un sentiero che si inoltra nella macchia mediterranea.
Grazie alla perenne sorgente termale, questi mulini, risalenti al XII secolo, funzionavano anche in estate mentre gli altri mulini erano fermi a causa dei fiumi in secca. Rimasero in funzione fino alla metà degli anni ’50 e furono acquisiti dal Comune di San Quirico d’Orcia nel 1999.
Non è possibile fare il bagno direttamente nella vasca della piazza centrale, ma nella zona del Parco dei Mulini è presente un’ampia piscina dove si può godere gratuitamente di tutti i benefici di queste acque termali ricche di solfato, bicarbonato e minerali.
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