- 11 – 12 Agosto 2022
Nei dintorni di Cracovia, un itinerario poco conosciuto ma molto interessante è quello dei Castelli dei Nidi d’Aquila che si sviluppa per 164 chilometri nel territorio compreso tra Cracovia e Czestchowa. Si tratta di una delle zone più belle della Polonia perchè immersa nel verde dei parchi nazionali. Noi abbiamo scelto di percorrere solo una parte di questo itinerario, visitando le rovine dei castelli che più ci incuriosivano.
Perchè Nidi d’Aquila
I Castelli dei Nidi d’Aquila risalgono al XIV secolo durante il regno di Casimiro il Grande che, al posto delle fortificazioni in legno presenti, fece erigere diversi castelli per proteggere Cracovia, capitale della Polonia in quei secoli.
Furono edificati sulla cima delle colline per limitarne l’accessibilità: da qui il nome Nidi d’Aquila. Ad oggi, purtroppo, rimangono solo le rovine di questi castelli, andati distrutti durante la Guerra Svedese o negli anni successivi durante la spartizione dei territori della Polonia.
Parco Nazionale di Ojcow
Noi abbiamo deciso di visitarne solo alcuni e così, dopo aver lasciato Cracovia, ci inoltriamo nel verde Parco Nazionale di Ojcow, in questa bellissima zona della Polonia caratterizzata da un paesaggio di formazioni carsiche. Si tratta del più piccolo parco nazionale della Polonia ma con numerossissime grotte (oltre 700). E’ abitato da 17 specie di pipistrelli, diventato il simbolo del parco.
Sostiamo anche per la notte, in uno dei parcheggi a pagamento per auto e camper, che si trova proprio all’interno del parco nazionale a Czajowice in via Lokietka. Si tratta di due ampi spazi su erba circondati dal verde della foresta.
Grotta di Lokietek (Jaskinia Łokietka)
Diverse attrazioni si trovano in questo parco nazionale. Iniziamo ad esplorarle incamminandoci nel sentiero segnalato che conduce alla Grotta di Lokietek che raggiungiamo con una piacevole e breve passeggiata.
E’ la grotta più grande della zona con due enormi sale (sala dei Cavalieri e stanza da letto) e i suoi corridoi che raggiungono una lunghezza di 300 metri circa. Il nome di questa grotta si deve a Ladislao il Breve che, secondo la leggenda, si nascose in questa grotta dopo essere fuggito da Cracovia dal re ceco Venceslao II.
Un ragno gli salvò la vita ricoprendo l’ingresso della grotta con la sua ragnatela così da farla sembrare una grotta abbandonata. Quando i cechi arrivarono, infatti, non entrarono convinti che fosse vuota.
Durante la Prima guerra mondiale la popolazione locale utilizzò la grotta come rifugio.
La visita è a pagamento acquistando i biglietti direttamente all’ingresso della grotta. L’accesso è consentito con la guida che parla solo in polacco. La durata totale della visita è di 30 minuti.
Ovviamente avendo visitato pochi giorni fa le Grotte di Punkva, quella di Lokietek non ci entusiasma particolarmente ma trovandoci in zona, è stato comunque piacevole visitarla.
Porta di Cracovia (Brama Krakowska)
Tornando sul sentiero principale, proseguiamo con una bella passeggiata di mezz’oretta nel bosco e, scendendo verso valle, arriviamo alla Porta di Cracovia. Si tratta di due pilastri rocciosi posti uno di fronte all’altro, alti 15 metri. Il nome deriva dal fatto che un tempo costituiva la via commerciale da Cracovia alla Slesia.
Rovine del Castello di Ojcow
Dalla strada di fronte alla Porta di Cracovia, si può proseguire a piedi fino alle rovine del Castello di Ojcow. Essendo già tardo pomeriggio, decidiamo di tornare indietro e raggiungerlo la mattina seguente con il camper.
Nei pressi delle rovine del Castello, è presente un comodo parcheggio da cui in pochi minuti si raggiunge l’ingresso che è a pagamento. Siamo rimasti un po’ delusi da questo Nido d’Aquila. A parte la torretta da cui si entra per accedere all’area archeologica, sono presenti solo resti di mura perimetrali e poco altro. Il castello lo fece costruire Casimiro il Grande al posto della struttura precedente. Qui risiedeva il governatore di Ojcow ed è stato abitato fino alla fine del XVIII secolo. Durante gli anni della spartizione della Polonia, il castello è caduto in rovina. Ancora oggi sono in corso scavi archeologici.
Cappella di San Giuseppe Artigiano
Lungo la strada del Castello di Ojcow, si trova la cappella di san Giuseppe Artigiano o Cappella Sull’Acqua. Costruita nel 1901, il motivo della sua particolare posizione, è dovuta al fatto che lo Zar Nicola II, in quel periodo, vietò la costruzione di edifici sacri nei suoi territori. Tale divieto fu raggirato costruendo l’edificio sull’acqua con una palafitta fissata sul fondo.
Altre attrazioni del Parco di Ojcow
Nei pressi della Porta di Cracovia, si può proseguire verso un’altra grotta, la Jaskinia Ciemna che purtroppo è già chiusa e quindi non riusciamo a visitare.
Altri punti di interesse, che noi abbiamo tralasciato, sono la Clava di Ercole (Maczuga Herkulesa), un’imponente formazione rocciosa alta 25 metri simile all’arma del mitico Ercole situata nella valle di Prądnik e il Castello rinascimentale di Pieskowa Skala che si erge sulla collina di fronte.
Castello di Ogrodzieniec
Dopo la delusione del Castello di Ojcow, arriviamo ad Ogrodzieniec, cittadina molto turistica e ben attrezzata con parcheggi privati a pagamento per auto e camper. Essendo già ora di pranzo, ci fermiamo nella prima trattoria che troviamo all’inizio della strada pedonale che porta verso il Castello. Il locale è sviluppato nel cortiletto interno ed è molto carino e rilassante. Ma la vera sorpresa sono le portate a dir poco squisite, a partire dalla zuppa di rapa rossa (uno dei loro piatti tipici) alla cotoletta con verdure e patate. I prezzi sono veramente molto bassi, come del resto in quasi tutta la Polonia.
Con la pancia piena e il palato soddisfatto, ci incamminiamo verso la cima dove erge, maestoso, il Castello di Ogrodzienec, uno dei tanti Nidi d’Aquila. La sua immensità tra il verde della collina e l’azzurro del cielo, lo rende semplicemente spettacolare. Sembra di essere in un paesaggio scozzese.
L’ingresso è a pagamento e si può visitare anche all’interno in completa autonomia. Intatte sono anche gran parte delle mura che abbracciano il castello.
Sorge su una collina alta più di 500 metri, la più alta della zona. Il primo castello, costruito nei primi decenni del XII secolo, andò distrutto nel 1241. Ne seguì un altro nel XIV secolo come residenza di una nobile famiglia polacca e, dopo vari passaggi di proprietà, venne trasformato in castello rinascimentale verso la metà del 1500.
Durante l’invasione delle truppe svedesi di Carlo XII, metà del castello fu raso al suolo nel 1702. I proprietari successivi non si preoccuparono di avviare lavori di ripristino, anzi utilizzarono i materiali delle rovine e le attrezzature del castello come merce di scambio con commercianti ebrei.
Dopo la seconda guerra mondiale, lo stato polacco si è impadronito del castello e ha iniziato un progetto di mantenimento delle rovine.
Come in tutti i castelli, anche qui è presente una forza oscura che si aggira di notte… il “cane nero di Ogrodzieniec”, molto di più grande di un cane normale. Secondo la leggenda locale, il suo fantasma si aggira di notte per cacciare tra le rovine del castello. Ha gli occhi ardenti e trascina una pesante catena.
Oggi il castello è sede di numerosi eventi e spettacoli, oltre che fungere spesso da scenografia per pellicole cinematografiche. Da segnalare, sotto al castello, un bel parco giochi attrezzato dove far divertire i più piccoli.
Castello di Mirow e Bobolice
Lasciamo Ogrodzieniec e raggiungiamo un altro Nido d’Aquila poco distante: il Castello di Mirow. Anche in questo caso è presente un comodo parcheggio proprio sotto alle rovine. L’ingresso è a pagamento ma non è possibile visitarlo internamente causa lavori di ristrutturazione. Ci accontentiamo, così, di ammirarlo solo esternamente.
Ad un chilometro e mezzo dal castello di Mirow, si trova il Castello di Bobolice che si può raggiungere con una passeggiata di 15 minuti percorrendo la strada asfaltata.
Entrambi i castelli risalgono al 1350 quando Casimiro il Grande li fece erigere. Dopo aver cambiato diversi proprietari, hanno subìto importanti danni alle strutture a causa delle invasioni delle truppe svedesi nel 1655. Abbandonati a se stessi, come del resto gli altri castelli, finalmente nel 1961 i due fratelli Lasecki hanno acquisito le proprietà iniziando lavori di recupero e restauro.
Anche questi castelli sono oggetto di antiche storie e leggende. Una di queste, narra di due fratelli gemelli, proprietari dei castelli, che scavarono un tunnel per collegarli e potersi incontrare in segreto. Un giorno trovarono un tesoro che nascosero nel tunnel e misero una strega di guardia.
Uno dei due fratelli, però, dopo una spedizione di guerra, portò come bottino una bella ragazza che chiuse nel tunnel vicino al tesoro per paura che potesse innamorarsene l’altro fratello. Un giorno, durante l’assenza della strega, scoprì la ragazza e suo fratello in teneri attegiamenti e andò su tutte le furie. Uccise il fratello e murò viva la ragazza, il cui fantasma si aggirerebbe ancora nella torre del castello.
Dopo la breve visita esterna del Castello di Mirow, decidiamo di proseguire e non raggiungere Bobolice. Leggendo le varie recensioni, capiamo che non ne vale molto la pena in quanto il castello è stato rinnovato completamente ed è visitabile solo con la guida in lingua polacca.
Rovine di Olsztyn
Proseguiamo quindi verso l’ultimo castello dei Nidi d’Aquila che abbiamo scelto per il nostro itinerario: le rovine del Castello di Olsztyn.
La prima roccaforte risale al 1306 per poi essere ampliata da Casimiro il Grande. Anche questo castello ha seguito le sorti degli altri: gravemente danneggiato durante la guerra svedese nel XVII secolo e lasciato in completo abbandono.
Oggi, di quel che resta, si può ammirare solo la sua torre più alta che un tempo era la prigione. Dalla cima della collina comunque si gode di un bel panorama su tutta la vallata.
L’ingresso è a pagamento.
E così arriva la fine di questa giornata trascorsa in quella che per noi è stata la parte più nascosta e affascinante del nostro viaggio in Polonia. Rimaniamo per la notte a Olstzyn nell’unico campeggio presente a cinque minuti dalla piazza del paese, in via Brzozowy Zaratek. E’ una piccola struttura a conduzione familiare, con tutti i servizi e a prezzi contenuti. L’unica pecca è la proprietaria che parla solo in polacco, noi siamo riusciti a comunicare con lei grazie ad un amico della famiglia che parlava anche in inglese ma che non sempre è presente.
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