- 13 Giugno 2023
Dopo 10 anni siamo tornati a Gallipoli in camper e l’abbiamo completamente rivalutata, rispetto alla volta precedente, che ci aveva alquanto deluso per la trascuratezza e la sporcizia al di fuori del centro storico ben curato e pulito. Abbiamo avuto modo di visitarla durante la nostra settimana in Salento.
Dove sostare in camper
A Gallipoli non ci sono molte possibilità di sosta nelle immediate vicinanze del centro storico, che si sviluppa su una piccola isola separata dalla terra ferma dal Ponte di Papa Giovanni Paolo II del XVII secolo. Noi abbiamo sostato per due notti nell’Agricampeggio & Glamping Torre Sabea.
Immerso nella natura incontaminata di un bellissimo parco dove spicca la macchia mediterranea, l’agricampeggio dispone di ampie piazzole per camper, ma anche di bungalows e soluzioni glamping.
Dotato di tutti i servizi quali camper service, attacco luce, wi-fii, docce calde, bar, ristorante con possibilità di asporto. E’ situato a 3 chilometri dal centro storico ma, ad orari prestabiliti, la navetta del camping (a pagamento per il centro, gratuita per la spiaggia Rivabella) è disponibile per il trasporto.
Nelle immediate vicinanze si trovano inoltre un supermercato e una pescheria. Di fronte al campeggio la spiaggia, prevalentemente rocciosa, dove ammirare il tramonto.
Il centro storico di Gallipoli
A noi Gallipoli è piaciuta davvero tanto, non a caso il suo nome deriva da Kale Polis, ossia città bella. Usufruendo della navetta del campeggio, abbiamo raggiunto il centro storico che abbiamo visitato in 3 ore circa.
Il mercato ittico
All’ingresso del borgo antico, è situato il mercato ittico dove, nel tardo pomeriggio, è possibile gustare un particolare aperitivo a base di molluschi come cozze, vongole, ostriche e crostacei mentre di sera si può cenare, sempre con piatti a base di pesce.
Il Castello Angioino
Oltrepassato il ponte che separa la terraferma dall’isola dove si sviluppa il borgo antico, ci si trova davanti il maestoso Castello Angioino, circondato quasi completamente dal mare.
Nel corso dei secoli il castello è stato più volte ricostruito e rimaneggiato. Probabilmente il primo castello risale al 200 a.C., fu poi distrutto e ricostruito durante il dominio dei bizantini e successivamente occupato dai Normanni. Importanti ristrutturazioni si ebbero nel 1200 con Federico II di Svevia, mentre tra il XV e il XVI secolo con gli Angioini e gli Aragonesi il castello subì sostanziali modifiche come la realizzazione del fossato che lo isolò su tutti i lati e del Rivellino che lo rinforzò dal punto di vista difensivo. Fino alla seconda metà dell’Ottocento il castello rimase invariato, poi il fossato venne riempito.
Oggi il castello si presenta a base quadrata con 4 torri angolari. L’interno è spoglio senza arredi ed è costituito da diverse sale con volte a botte e a crociera. A noi è piaciuto molto, soprattutto il cortile interno e la parte alta a terrazza da dove si può ammirare il panorama sul porto di Gallipoli.
Il castello è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 19 e l’ingresso è a pagamento.
La Basilica di Sant’Agata
E’ il Duomo di Gallipoli e si trova nel punto più alto del centro storico. La Chiesa, risalente al 1629 e in stile barocco, è dedicata a Sant’Agata, patrona della città e sorge nello stesso punto dove un tempo c’era un chiesa medioevale, distrutta poi nel XVII secolo.
La facciata esterna è in pietra leccese ma la vera bellezza di questa Chiesa è l’interno, con i suoi dodici altari barocchi e le numerose pitture e tele del Seicento e del Settecento che decorano le pareti delle navate laterali.
La strada principale che attraversa il centro storico di Gallipoli e che noi abbiamo percorso in tutta la sua lunghezza dal mercato ittico sotto al Castello, è Via Antonietta de Pace. Su questa strada si affacciano palazzi risalenti a epoche diverse e numerosi negozietti di artianato locale e prodotti tipici del Salento.
I frantoi ipogei
Nei secoli passati Gallipoli ha svolto un ruolo fondamentale nell’esportazione dell’olio lampante, ossia l’olio utilizzato per l’illuminazione delle lampade. Le maggiori capitali europee come Londra, Parigi e Berlino, infatti, lo importavano proprio da Gallipoli, il cui entroterra era ricco di oliveti.
Dopo la raccolta, le olive venivano trasportate nel centro della città e venivano lavorate nei diversi frantoi ipogei scavati sottoterra (pare ce ne fossero una trentina almeno) dove la costante temperatura attorno a 17 °C ne permetteva la conservazione fino alla macinatura per la realizzazione dell’olio per le lampade.
Verso la fine dell’Ottocento i frantoi ipogei iniziarono a non essere più utilizzati e pian piano scomparirono. Solo qualcuno si salvò e, grazie alle associazioni culturali di Gallipoli, vennero restaurati e aperti al pubblico.
Oggi si estendono nel sottosuolo per circa 200 mq. e si trovano al di sotto dei palazzi in Via Antonietta De Pace. Quello che abbiamo visitato noi è il Frantoio di Palazzo Granafei, di proprietà dell'”Associazione Gallipoli Nostra” ed è visitabile tutti i giorni. L’ingresso è a pagamento ma la cifra del biglietto è irrisoria. E’ molto interessante e la guida è molto disponibile a fornire tutte le informazioni su come si ricava l’olio lampante dalle olive.
Le spiagge di Gallipoli
Una delle spiagge più conosciute di Gallipoli è sicuramente Spiaggia della Purità che si trova sul lato nord occidentale del centro storico ed è la più frequentata dagli abitanti del borgo antico.
Un’altra spiaggia, frequentata dalla maggior parte dei turisti noi compresi, è la Spiaggia Rivabella che si trova a 4 chilometri dal centro storico. L’abbiamo raggiunta usufruendo della navetta gratuita del campeggio. E’ una grande e ampia spiaggia, in parte attrezzata e in parte libera.