Sardegna - Stintino

Costa Smeralda e Isola La Maddalena in camper

  • 09 -16 Giugno 2024

Altre volte abbiamo trascorso le vacanze in Sardegna, ma non abbiamo mai visitato la parte nord dell’isola, a detta di tutti la più bella dal punto di vista della balneazione. Devo dire che è assolutamente vero! Abbiamo percorso un itinerario, in camper, dalla Costa Smeralda fino a Stintino, compresa l’Isola della Maddalena e non ho mai visto delle acque così limpide e cristalline come in questa parte dell’isola.

Porto Rotondo

Ci imbarchiamo da Livorno alle 10 del mattino e sbarchiamo a Olbia alle 18:00 dello stesso giorno. Raggiungiamo la vicina Porto Rotondo per trascorrere la notte. Sostiamo in un comodissimo parcheggio, gratuito e senza servizi, in Via Monte Ladu distante 15 minuti a piedi dal porto turistico del paese.

Porto Rotondo – Parcheggio gratuito in Via Monte Ladu

Decidiamo di fare una passeggiata verso il porto turistico e valutare se cenare o meno in qualche ristorantino. La temperatura è molto gradevole e un lievissimo venticello rinfresca l’aria.

Porto Rotondo, insieme a Porto Cervo, sono considerati le chicche della Gallura e della Costa Smeralda. Il suo porticciolo è frequentato prevalentemente da barche di lusso, ovviamente non mancano resort e hotel di un certo livello, così come i negozi e i ristoranti. In estate è facile incontrare personaggi famosi, dello spettacolo e non.

Il suo nome deriva dal porto naturale di forma rotonda e la sua realizzazione è frutto di un’idea di due veneziani che nel 1964 vollero fondare un villaggio sul porto che fosse meta di artisti e intellettuali di un certo rango sociale. Con il trascorrere degli anni, Porto Rotondo ha saputo mantenere questo standard elevato.

La nostra lieta passeggiata nel silenzioso e ancora poco frequentato porto turistico, termina con una buona pizza nell’unico ristorante con prezzi abbastanza contenuti. Trascorriamo una notte tranquillissima nel parcheggio in compagnia di altri 3/4 camperisti e al mattino, consultando le previsioni meteorologiche, decidiamo di cambiare il nostro programma iniziale che prevedeva di trascorrere tutta la settimana all’Isola della Maddalena. Il forte vento previsto, ci convince ad attendere qualche giorno, prima di raggiungere l’isola. Scegliamo di rimanere in zona dove è più caldo e meno ventoso. Ci spostiamo così un po’ più a sud, verso una delle spiagge più belle della Costa Smeralda.

Cala Brandinchi e Cala Pipara

Arriviamo nel Camping Calacavallo, un bel campeggio con ampie piazzole, in mezzo alla macchia mediterranea che dispone di camper service, lavabi, docce calde, bar, minimarket, ristorante, piscina, campi da tennis e da calcio. Si trova tra Cala Brandinchi e Cala Pipara, entrambe raggiungibili con una passeggiata di 10 minuti lungo un sentiero segnalato.

Camping Calacavallo

Ci troviamo nella zona di San Teodoro, di fronte all’Isola Tavolara. Cala Brandinchi è considerata una perla di questo tratto di costa. E’ chiamata anche la “piccola Thaiti” per il colore e la trasparenza delle sue acque.

La spiaggia è sabbiosa e non è molto larga, motivo per cui è sempre molto affollata ed è difficile riuscire a trovare spazio per stendere il telo. Noi abbiamo risolto spostandoci alla fine della spiaggia, verso la scogliera. Qui sono presenti anche piccole insenature o sassi abbastanza larghi e piatti dove potersi stendere tranquillamente.

Cala Brandinchi

Dalla parte opposta rispetto al Camping Calacavallo, sempre seguendo un sentiero in mezzo alla macchia mediterranea, si raggiunge in 10 minuti Cala Pipara, conosciuta anche come Grande Baia. Il fondale è un po’ più scuro perchè la spiaggia è composta da sabbia fine dorata, ma anche qui l’acqua è cristallina e trasparente. Di fronte ad essa si trova la rocciosa Isola Molara.

Cala Pipara

I complessi nuragici di Arzachena

Il giorno seguente lasciamo questo piccolo angolo di paradiso e ci addentriamo verso Arzachena per visitare uno dei complessi nuragici situato nelle vicinanze del paese.

Tutta l’area attorno ad Arzachena è una piana di origine fluviale e fin dal Neolitico è stata abitata da piccole comunità che hanno trovato in questo luogo le condizioni ideali per sviluppare l’agricoltura e la pastorizia. Nelle campagne attorno ad Arzachena, sono dislocati tre importanti siti archeologici del periodo nuragico, risalenti dal XVIII secolo fino al VIII secolo a.C.:

  • il complesso nuragico di La Prisgiona e la Tomba dei giganti Coddu ‘Ecchju;
  • la Necropoli di Li Muri e la Tomba dei giganti Li Lolghi;
  • il Nuraghe Albucciu con la Tomba dei giganti Moru e il Tempietto di Malchittu.

I nuraghi erano le antiche abitazioni/fortezze tipiche della Sardegna. Venivano costruite in posizioni strategiche per controllare il territorio circostante, come sul litorale dell’isola o sulla cima delle alture. In Sardegna si pensa ce ne fossero più di 20.000 di cui oggi se ne contano 7.000. I complessi nuragici erano costituiti da un’alta torre circolare che fungeva da fortezza e si trovava nella parta più alta del sito. Sotto di essa si sviluppava il villaggio costituito dalle capanne, anch’esse di forma circolare, con il tetto in legno e le pareti in pietra.

Nelle immediate vicinanze dei complessi nuragici si trova l’antico sepolcro collettivo, le famose Tombe dei giganti. Sono costituiti da un’unica camera funeraria lunga diversi metri coperta da un grande tumulo di pietrame e terra. L’esedra, ossia la facciata di forma semicircolare, era costituita solitamente da diverse pietre infisse nel terreno e da una grande e alta stele centrale. Si chiamano Tombe dei giganti perchè in passato si pensava che, visto le dimensioni enormi della camera funeraria, ospitassero un unico corpo umano gigante. In realtà, come testimoniano i ritrovamenti ossei di centinaia di persone, si scoprì fossero tombe collettive.

Centro Visite di Arzachena

Abbiamo raggiunto il Centro Visite di Arzachena in Via Strada Vicinale Capichera dove è presente un parcheggio gratuito dove poter sostare anche con il camper. Presso il centro visite si possono acquistare i biglietti per visitare uno o più complessi nuragici presenti nella zona circostante. Noi abbiamo scelto il complesso di La Prisgiona e la Tomba dei giganti di Coddu ‘Ecchiu, comodamente raggiungibili a piedi dal centro visite.

Parcheggio Centro Visite Arzachena
Tomba dei giganti di Coddu ‘Ecchju

Dal parcheggio si raggiunge in 10 minuti a piedi la Tomba dei giganti di Coddu ‘Ecchju. Rappresenta uno dei più importanti siti di architettura funeraria nuragica. Quasi sicuramente la tomba collettiva ospitava i defunti del vicino Villaggio La Prisgiona. Risale all’epoca del bronzo ed è stata realizzata in due periodi diversi: la galleria funeraria tra il 2100 e il 1800 a.C., mentre la facciata semicircolare tra il 1800 e il 1600 a.C.. La grande stele è alta più di 4 metri e la piccola porticina situata alla base serviva per introdurre offerte funerarie all’interno della tomba. Oggi la camera funeraria è scoperta, ma in passato era ricoperta da un grande tumulo di terra e pietrisco che la rendeva visibile anche da lontano.

Tomba dei giganti di Coddu ‘Ecchju
Complesso nuragico di La Prisgiona

Dalla Tomba dei giganti si può raggiungere il vicino complesso nuragico di La Prisgiona in due modi. Si può proseguire per 700 metri lungo la strada asfaltata (a piedi, in bici o eventualmente in macchina) oppure si può tornare verso il parcheggio del Centro Visite e percorrere a piedi il sentiero segnalato che attraversa la macchia meditteranea. Ques’ultimo è molto bello ma un po’ impegnativo, soprattutto durante i mesi più caldi. Lo sconsiglio quindi a persone con difficoltà motorie o con bambini molto piccoli.

Il complesso nuragico di La Prisgiona probabilmente si sviluppava per 4 ettari. E’ costituito dal nuraghe situato su un’altura, a difesa e controllo del territorio circostante, e dal villaggio sottostante che comprendeva le varie capanne. Tra queste anche la grande Capanna delle Riunioni. Come testimoniano il ritrovamento di molti reperti, nel villaggio si svolgevano diverse attività tra cui la fabbricazione di ceramiche e la produzione del pane. Nel cortile si può ancora ammirare l’antico pozzo profondo 7 metri da cui attingevano l’acqua.

Il complesso nuragico di La Prisgiona

Il paese di Arzachena

Ci spostiamo in camper verso il centro del paese e parcheggiamo lungo una strada limitrofa. Il centro storico di Arzachena ha deluso le nostre aspettative. A parte la Chiesa di San Lucia, con la sua bella scalinata colorata non abbiamo trovato null’altro di interessante. Ad Arzachena si associa il “fungo”, una particolare roccia granitica. Si trova a poca distanza da Piazza Risorgimento e le cui sue sembianze, a seguito di continue erosioni causate dal vento e dalla pioggia, sono quelle di un fungo porcino.

Arzachena – Chiesa di Santa Lucia

Stintino

Il giorno dopo raggiungiamo la rinomata Stintino, di fronte all’isola dell’Asinara. Ci fermiamo con il camper in Viale della Pelosa, in un parcheggio gratuito sulla strada, a lato di una baracchina street food, che dispone di due stalli per i camper. Il parcheggio si trova ad una trentina di minuti a piedi dalla famosa Spiaggia La Pelosa. Per accedere alla rinomata spiaggia è necessaria la prenotazione anticipata su questo sito https://spiaggialapelosa.it/ . Si tratta di una vera e propria oasi naturale, una delle più belle di tutta la Sardegna, con una sabbia bianca finissima che rende il fondale completamente trasparente dai colori caraibici. Per tutelare questa meraviglia della natura, gli ingressi sono contingentati e a pagamento (€ 3,50/a persona, gratuito per i minori di 12 anni). Per questo motivo è necessaria la prenotazione.

Noi ci accontentiamo della Spiaggia La Pelosetta, di libero accesso e distante venti minuti a piedi. Ci accontentiamo per modo di dire…lo spettacolo che regalano le sfumature del mare, è unico e impagabile. Le foto parlano da sole.

Spiaggia la Pelosetta – sullo sfondo la Torre dove si trova Spiaggia La Pelosa

In serata raggiungiamo la Spiaggia Le Saline dove sono presenti diversi parcheggi gratuiti (in questo periodo dell’anno)situati di fronte alle Saline e alla spiaggia. Questa è lunga 3 chilometri con sassolini simili a chicchi di riso che rendono il fondale cristallino con sfumature verde smeraldo. E’ presente anche un chioschetto in legno dove è possibile pranzare e cenare fronte mare.

Parcheggio Spiaggia Le Saline
Stintino – Le Saline e sullo sfondo la spiaggia

Arcipelago della Maddalena

Il giorno seguente finalmente le condizioni meteorologiche migliorano e il forte vento cessa di soffiare. Così raggiungiamo Palau e ci imbarchiamo con il camper verso l’Isola La Maddalena. Da mattino fino a sera, ogni ora circa, parte un traghetto. E’ possibile acquistare i biglietti direttamente presso l’imbarco (compreso il ritorno, anche se avviene diversi giorni dopo la partenza). Noi, con un camper e in 4 adulti, spendiamo in totale a/r € 87,60. La traversata dura circa 20 minuti.

Dove sostare in camper a La Maddalena

I campeggi presenti sull’isola sono pochissimi e già durante la prima settimana di giugno si riempiono facilmente. In media e alta stagione è consigliabile la prenotazione anticipata. Per i 3 giorni che intendiamo sostare nell’isola, abbiamo scelto di fermarci al Camping il Sole, un po’ spartano, ma con i servizi necessari e con prezzi più contenuti rispetto ad altre strutture ricettive. Il campeggio non dispone di molte piazzole, ma sono abbastanza ampie da aprire il tendalino e avere lo spazio per tavoli e sedie. Oltre al camper service (attenzione agli orari da rispettare), sono presenti lavabi e sanitari con docce calde (queste ultime molto spaziose). Si trova in una tranquilla posizione, lontana dal caos del porto del paese La Maddalena, raggiungibile in bici in 10 minuti o a piedi in mezz’ora. E’ consigliabile avere con se biciclette o altri mezzi per spostarsi considerando la distanza dal paese.

Isola La Maddalena – Camping il Sole
Isola La Maddalena

La Maddalena è la più importante e maggiore isola dell’omonimo arcipelago situato nella parte nord orientale della Sardegna composto da circa 60 tra isole e isolotti. Tutte le spiagge e le calette dell’isola, bagnate da un mare cristallino e turchese, meriterebbero una sosta. C’è veramente l’imbarazzo della scelta! Per non parlare delle altre isole raggiungibili via terra (come l’Isola di Caprera) o via mare (come l’Isola di Spargi o l’Isola di Budelli) le cui spiagge, meno frequentate rispetto a La Maddalena e più selvagge, sono un vero paradiso caraibico.

Avendo solo due giorni a disposizione prima di lasciare l’isola, abbiamo avuto modo di esplorare solo una minima parte di essa ma è bastata per innamorarci di questa parte meravigliosa della Sardegna.

Il centro di La Maddalena

Dopo esserci piazzati in campeggio, abbiamo raggiunto il paese La Maddalena in bici per fare qualche acquisto. Il paese è grazioso e moderno ed è piacevole passeggiare tra le sue stradine piene di negozi di abbigliamento, artigianato, prodotti tipici locali e souvenir, oltre a bar e ristoranti di ogni tipo. La zona che si affaccia sul porto è molto caotica per il continuo traffico di auto, moto e bici. E siamo solo nella prima settimana di giugno! A detta delle gente locale, nei mesi di luglio e agosto la situazione diventa veramente caotica.

Le spiagge dell’arcipelago della Maddalena

Il modo migliore per raggiungere le calette e le spiagge più belle dell’arcipelago, è sicuramente via mare. Così noleggiamo per una giornata intera un gommone presso il centro noleggio Fabrytour che si trova nel piccolo porticciolo di Marina di Pineto, in località Giardinelli. Essendo una giornata ancora un po’ ventosa, seguiamo un percorso sottocosta tra l’Isola La Maddalena e l’Isola Spargi. Qui in particolare le calette e le spiagge sono veramente stupende e indescrivibili, con un fondale completamente trasparente e pieno di pesci. Cerchiamo anche di avvicinarci all’Isola Budelli ma, dovendo attraversare un lungo tratto in mare aperto, a causa del vento è particolarmente mosso e quindi siamo costretti a tornare sottocosta. Ad ogni modo non avremmo potuto raggiungere la spiaggia dell’isola neanche a nuoto perché dal 1994 non è più possibile sbarcare per non rovinarne il delicatissimo ecosistema.

Spargi – Cala Corsara
Spargi – Cala dell’amore
Isola Caprera

Caprera è la seconda isola più importante dell’arcipelago ed è famosa per essere stato il luogo in cui Giuseppe Garibaldi ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. E’ raggiungibile tramite un ponte collegato all’Isola La Maddalena lungo circa 600 metri realizzato alla fine degli anni Cinquanta. Caprera è un’isola abitata da pochissime persone e dal punto di vista paesaggistico è sicuramente più selvaggia rispetto alla Maddalena. L’ideale per visitare Caprera è percorrerla in bicicletta, attraversando le sue verdi e silenziose pinete e addentrandosi nei profumi della macchia mediterranea.

Isola Caprera – sullo sfondo il ponte e l’Isola Maddalena
Passeggiate a cavallo

Quest’isola mi è rimasta particolarmente nel cuore, sia per la pace e la quiete che mi ha trasmesso, sia per una bellissima esperienza che abbiamo fatto.

Nell’isola è presente il Centro Equituristico Cavalla Marsala dove è possibile prenotarsi (anche direttamente in loco ma bisogna attendere il proprio turno) per una suggestiva passeggiata a cavallo adatta sia a principianti come noi, che esperti. Il maneggio dispone di tutta l’attrezzatura necessaria per cavalcare in sicurezza e durante la passeggiata una o più guide esperte sono a capo del gruppo.

La passeggiata dura 1 ora e mezza e il costo è di € 50,00/persona (tariffa giugno 2024). Il percorso si snoda tra i sentieri della macchia mediterranea, le pinete fino ad arrivare in spiaggia e in acqua. I cavalli sono abituati a fare questo percorso più volte al giorno e quindi lo conoscono talmente bene che non occorre guidarli più di tanto. E’ necessario solo mantenere la giusta distanza di sicurezza con il cavallo davanti.

Quando siamo arrivati al Centro Equituristico per chiedere informazioni, un gruppo di sei persone stava partendo per la passeggiata. Abbiamo quindi atteso un paio d’ore per il nostro turno e nel frattempo ci siamo rilassati in uno dei vari chioschetti presenti nella pineta dell’isola. La nostra passeggiata è iniziata nel tardo pomeriggio e, proprio quando il sole ha iniziato a scendere, eravamo in quella che a mio parere era la parte più bella del percorso: in spiaggia. Le foto parlano da sole.

Il Compendio di Garibaldi

Il Compendio di Garibaldi è un’ampia area che si trova su un’altura dell’Isola Caprera. Comprende tutti gli edifici appartenuti a Giuseppe Garibaldi dove visse durante gli ultimi 25 anni della sua vita. L’area museale, tra cui la casa in cui ha vissuto e dove è morto nel 1882, è aperta al pubblico dal 1976 ed è visitabile. E’ aperta tutti i giorni sia mattina che pomeriggio, tranne sabato e domenica che è aperta solo al mattino. L’ingresso è a pagamento ed è visitabile in autonomia seguendo un percorso segnalato.

Compendio di Garibaldi: il cortile e il pino secolare

Al termine delle sue campagne militari e dopo due lunghi periodi trascorsi in esilio nel Nuovo Mondo, Giuseppe Garibaldi acquistò metà dell’Isola Caprera nel 1855. L’isola rappresentava per lui un luogo di pace e tranquillità, si trasferì definitivamente con tutta la famiglia dopo aver costruito la Casa Bianca. Alla sua morte, avvenuta il 2 giugno 1882, il suo corpo venne imbalsamato e sepolto nel cimitero di famiglia, nei pressi della Casa Bianca. Sua figlia Clelia Garibaldi, fino alla sua morte avvenuta nel 1959 all’eta di 92 anni, si dedicò alla cura della casa e fu l’ultima ad averla abitata.

Compendio di Garibaldi: il letto dove morì

Il Compendio Garibaldino è costituito da vari edifici che si sviluppano attorno ad un cortile centrale dove si trova l’enorme pino che Garibaldi piantò in occasione della nascita della figlia Clelia nel 1867. Il cuore del complesso museale è la Casa Bianca, chiamata così per il colore delle sue pareti ed è la casa in cui Garibaldi visse e morì. Fu costruita da lui stesso con l’aiuto dei suoi compagni. Al suo interno si possono ammirare gli arredi originali, gli oggetti personali tra cui vestiti, armi, lettere, libri e documenti personali. Durante gli ultimi giorni di vita, Garibaldi, sempre più infermo e costretto a letto, si fece trasferire nella sala da ricevimento da dove riusciva a vedere il mare. Questa stanza conserva molti oggetti legati alla sua malattia, come l’armadietto con i medicinali e il reggilenzuolo ad arco che serviva per proteggere la gamba dal peso delle coperte.

Compendio di Garibaldi: il piccolo cimitero di famiglia

Attorno al cortile principale si affacciano altri edifici come la casa di legno, dove Garibaldi visse inizialmente in attesa di costrure la Casa Bianca, la falegnameria, i magazzini, il forno, la stalla, il mulino e il frantoio. Nel parco del Compendio si trova il piccolo cimitero di famiglia dove si trova la tomba di Garibaldi, dell’ultima moglie Francesca Armosino e dei suoi figli, tra cui anche Clelia Garibaldi.

Terminata questa interessante visita, lasciamo Caprera e l’Isola La Maddalena tornando a Palau con il traghetto. Ci spostiamo poi verso Olbia dove ci attende l’imbarco per Livorno.

Anche questa volta lasciamo la Sardegna con il grande desiderio di tornarci per esplorare i luoghi che ancora non abbiamo avuto modo di vedere. Non lasciamo l’isola senza aver prima fatto scorta di ottimo formaggio pecorino sardo, comprato direttamente da un pastore locale e di un paio di bottiglie di Mirto, il tipico liquore sardo.

Mi chiamo Monica e amo viaggiare in camper con la mia famiglia. Mi piace scrivere e condividere le mie esperienze di viaggio con altri camperisti e non. Così ho creato il Blog "Pronticampervia", dove sono raccolti tutti i nostri viaggi in Italia e in Europa con itinerari, consigli, curiosità ed elenco aree camper in cui siamo stati. Buona lettura! 😊🚌💚
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